Una storia lunga un secolo

SOPRAVVISSUTI ALLA GUERRA

Durante la seconda guerra mondiale i figli di Giovanni furono arruolati: Simone combatté ad Addis Abeba, Sergio partì per i campi di lavoro francesi, dai quali fuggì per unirsi ai partigiani ed Italo partì per la Sicilia e rimase prigioniero in Africa per otto anni. In quel periodo Giovanni, scoraggiato dalla guerra e per via dell’arruolamento dei figli, rinunciò all’occasione di acquistare da Giuseppe Mellano, per poche lire, tutti i terreni (allora prati) di Via Coronata. Giovanni si ritrovò dunque solo, senza fondi, senza manodopera e con grosse difficoltà nel reperimento delle materie prime. L’attività della ditta fu ridotta fortemente (fino all’80% in meno), ma Giovanni riuscì ugualmente a tenerla in piedi negli anni della guerra, con l’aiuto di un solo operaio (l’amico Giacu Pia). Terminata la guerra, tornarono i tre figli e l’azienda, passata nelle loro mani nel 1948, riprese a lavorare e, trovandosi di fronte un mercato radicalmente cambiato, si specializzò nella produzione di marmettoni in graniglia. Lo stabilimento disponeva di un allora sofisticato sistema per il ciclo di produzione di queste piastrelle in gran voga fino agli anni 60-70. Ma le mode cambiarono, le piastrelle di ceramica e di gres fecero il loro massiccio ingresso nel mercato e sancirono il definitivo tramonto dei marmettoni. La Ditta non si lasciò certo morire ed anzi potenziò uno dei settori già attivi della sua stessa produzione: la lavorazione di marmi, pietre e graniti.